22 Mar DOCG ROSAZZO
IL TERRITORIO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
DOCG ROSAZZO
All’interno della zona DOC Friuli Colli Orientali, sono riconosciute tre zone DOCG: Ramandolo, Picolit e Rosazzo.
ROSAZZO DOCG
La denominazione indica un vino bianco secco, la cui zona di produzione si sviluppa nella parte meridionale della DOC “Friuli Colli Orientali”, ovvero nella zona collinare a cavallo tra i comuni della provincia di Udine, di Manzano e San Giovanni al Natisone, con una piccola diramazione nel comune di Corno di Rosazzo. Il terreno che caratterizza quest’area è composto da marne e arenarie di origine eocenica, questo suolo chiamato localmente “ponca”, viene definito “flysch” per la presenza alternata di queste due componenti.
I terreni di questa zona hanno un’ottima esposizione alla luce e ai raggi solari, i venti che arrivano dall’Adriatico tengono asciutti i filari e donano la nota di sapidità tipica dei vini di questo territorio. La spiccata freschezza è data dalla ampia escursione termica.
La base ampelografica dei vigneti che possono concorrere alla produzione del vino ROSAZZO DOCG è composta da Friulano, Sauvignon, Pinot Bianco o Chardonnay, Ribolla Gialla in minima parte (max 5%) altri vitigni bianchi presenti nel territorio.
Il metodo di affinamento è una scelta delle singole cantine, è consentito l’affinamento in legno, in acciaio o misto. Il vino ha grande personalità, il colore è giallo dorato, il sapore è secco e armonico, ricco e setoso e minerale. La caratteristica più importante che rende il ROSAZZO DOCG uno dei migliori vini della regione è il grande equilibrio tra morbidezza e acidità. Il bouquet è ampio, con note che spaziano dai frutti esotici, ai profumi vegetali con finali di salvia e balsamici.
La millenaria Abbazia di Rosazzo rappresenta da sempre il punto di connessione fra Occidente e Oriente. La cantina di invecchiamento è la più antica del Friuli e risale al 1200. Il letterato veneziano Marin Sanudo scriveva nel 1483 “Qui è perfettissimi vini” , già attorno all’anno mille infatti i monaci Agostiniani insegnarono ai locali a dissodare la terra e a coltivare la vite. Da allora la coltivazione della vite in queste zone non si è mai interrotta.