03 Mag Degustazione vini Rodaro
Il mondo enologico friulano è fatto di vini, ma soprattutto di persone.
Sono a Cividale del Friuli, località Spessa, nel cuore della DOC Friuli Collio Orientali , in una meravigliosa giornata di sole di fine Marzo regalata dalla primavera, il cancello dell’azienda è aperto come a dire: siete tutti i benvenuti. Ed è questa la prima sensazione di serenità che mi avvolge in questa giornata fantastica. L’accoglienza di Lara e di Paolo Rodaro, proprietario ed enologo della cantina, è schietta e diretta senza troppi convenevoli ma con un caldo sorriso e subito un bicchiere di vino.
Assaggiamo lo Chardonnay e la Malvasia della linea fiore, quest’ultima di un colore giallo brillante con riflessi dorati, ti colpisce al naso con nitidi sentori di albicocca, pera e pesche nettarine che poi lasciano spazio a profumi esotici di melone maturo e ananas. Al palato c’è grande corrispondenza con il profumo, morbide note che lasciano poi spazio ad una bella freschezza e mineralità, ed è subito territorio, ed è subito “Ponca”.
Passiamo poi al Friulano che è la grande conferma dello stretto rapporto tra cantina e territorio. Il colore è luminoso, giallo con riflessi verdognoli il profumo è pieno e avvolgente, sentori di frutta gialla dietro cui compaiono note vegetali, di fiori di campo e fiori di tiglio. In bocca è complesso e pulito, un bel corpo con un sapore che rimanda alle note esotiche e che chiude con il gusto tipicamente amarognolo della mandorla, per poi allungarsi in una perfetta persistenza gusto-olfattiva. Una bellissima beva, armonico, caratteristico ma con gli spigoli del friulano perfettamente smussati.
Seguono i due fiori all’occhiello della cantina: Sauvignon L’Evoluto e Friulano L’Evoluto. Misto di affinamento in acciaio e botte, uve che rimangono per lungo tempo sui propri lieviti. Sfumature aromatiche e sentori terziari, tipici dei vini che superano i profumi varietali per lasciare spazio al profumo Evoluto. Struttura, potenza e complessità descrivono questi due vini, lasciando sempre trasparire l’eleganza e la freschezza tipica dei Colli Orientali.
Parlare di vini con Paolo è un’esperienza affascinante, il suo amore per il territorio e per le viti è ancestrale, la sua visione di queste colline e di come interpretare la ricchezza del terroir ti rapisce. L’attenzione unica per i vitigni autoctoni, coltivati nella lotta integrata a basso impatto ambientale, che arriva alla collaborazione con importanti centri universitari per la riproduzione di biotipi di antichi cloni delle vigne presenti sul territorio.
E parlando di territorio, ci inoltriamo nel meraviglioso mondo dei pinot, perché il Friuli Venezia Giulia è terra di grandi pinot, uno su tutti il Pinot Nero. Paolo Rodaro dal 2004 coltiva Pinot Nero su splendidi terrazzamenti nei vigneti di proprietà e coltiva un sogno, una bollicina metodo classico che sprigiona tutta la sapidità tipica della zona. Dalla cantina ci spostiamo in un altro sogno, un casolare dove riposano sui lieviti le bottiglie di Brut Rose e Brut Nature. E così assistiamo alla sboccatura manuale di un Brut Nature, preso direttamente dalla pupitre, dopo 30 mesi sui lieviti. Una bollicina fine, persistente, un bel naso di lieviti e crosta di pane. Un vino ricco, pulito, minerale che ti lascia una lunga piacevolezza finale.
Ma cosa sarebbe il mondo senza il Rosè? Un vignaiolo precorritore dei nuovi tempi, che immagina un vino 100% Pinot Nero brut nature, nato dall’assemblaggio di Pinot Nero vinificato in bianco e Pinot Nero vinificato in rosso che dona al vino l’esclusiva tonalità rosata. Un perlage ampio e sottile, al naso si apre con sensazioni burrose e di fragole di bosco che poi sfumano in note leggere di lievito e crosta di pane, di nocciola e frutta secca. In bocca di buona struttura è asciutto, sapido e con sfumature agrumate chiude con un bellissimo finale minerale e sapido. Una lieve astringenza accompagna il sorso.
Sarò di parte “pink”, ma è il vino che oggi preferisco su tutti. Un vino importante, verticale che ti fa comprendere il pinot nero. Un vino diretto e deciso ma allo stesso tempo grato ai sensi per la sua sottile delicatezza. Il gusto si anticipa dal suo colore, anzi già mi perdo nel colore della sua etichetta.
Gloria Cerno
ViniDocFriuli